martedì 22 novembre 2016

Ciocchéggiusto - Il nuovo libro di Mattia Solvéri alias (Nicola Piccenna)


“Un bene raro”
E di cosa poteva scrivere Nicola Piccenna, lasciando perdere, una volta tanto, notizie a querela incorporata, ognuna materiale per dieci cause che hanno il solo scopo, pare, di fargli smettere di scrivere? Di qualcosa che abbia a che fare con avvocati, tribunali, testimoni, rinvii e liturgie giudiziarie, ciocchèggiusto!
A giudicare dalla scioltezza del racconto, la naturalezza con cui si muove in quegli ambienti, si direbbe che Piccenna non solo non ne venga intimidito (come accade a me e ad altri), ma eccitato: l'aria dei palazzi di giustizia per lui è il drappo rosso del torero; se non ce lo tirassero dentro la necessità di cercare fatti degli altri e tutelare i fatti suoi, credo che ci andrebbe lo stesso. Perché? Perché sì. Sono pronto a scommettere che se ha voglia di un caffè, va nel bar dentro il tribunale e non in quello fuori; e se dice che lo fa perché il caffè lì è più buono, anche se notoriamente una ciofeca, è perché davvero gli sembra migliore, tutto un altro gusto, ciocchèggiusto!
Poi capisci la differenza: lui la legge la vede come un utensile, non strumento di giustizia; i magistrati non hanno toga, ai suoi occhi, ma gli appaiono in costume da bagno, umanità imperfetta e difettosa come tutti, spesso guastata dalla sensazione di aver potere insindacabile sulla vita degli altri. Alla fine, valutati solo e sempre per le loro azioni da uomini e donne: onesti o no, corretti o no, lodevoli per tutta la giustizia che riescono a rendere tramite le leggi a disposizione, ciocchèggiusto; condannabili per tutta la giustizia che riescono a negare, usando le stesse leggi o legalmente calpestando il loro ruolo esercitandone la funzione, ciocchènonèggiusto.
Non, ruoli, non funzioni, ma sempre e solo persone, impegnate in quella che è missione per alcuni, occasione di potere per altri, in una rappresentazione che muta il tribunale in teatro e gli officianti in attori. Con i loro difetti, i caratteri, le miserie e la nobiltà. Ognuno la sua parte; tanto che protagonista possa diventare, talvolta, una figura secondaria, un caratterista che s'impone in virtù dei propri difetti, così gridati da rendere superflui altri valori, che pure sarebbero più utili in quelle aule e quei corridoi, ciocchèggiusto, ma raro. (Pino APRILE)

SABATO 17 DICEMBRE 2016
PRESIDENT HOTEL - VIA ROMA, 15 - MATERA
10:00 UN BENE RAROPino Aprile
10:20 GIORNALISMO SOTTO PROCESSO – FEDERICA SCIARELLI
10:40 ANEDDOTI GIUDIZIARI (E NON)Nicola Piccenna – GIANLORETO CARBONE
11:00 INTERVENTI - LEONARDO PINTO – ALESSANDRO SISTO
11:30 CONCLUSIONI - Enzo Iacopino

domenica 2 ottobre 2016

“L'avvocato Ciocchéggiusto”: in uscita il nuovo libro della collana "A ruba"




L'avvocato Ciocchéggiusto”: Guida alla lettura

Il libro riprende il racconto a puntate pubblicato a partire dal settembre 2011 sul settimanale: “L'indipendente Lucano” e dedicato alle gesta giudiziarie e, soprattutto, extragiudiziarie di un avvocato immaginario in cui non è difficile scorgere una figura reale, anzi tante figure realmente esistite.
Diversamente dallo spirito della collana “A ruba”, in questo volumetto non sono riportati nomi e dati di politici, magistrati, avvocati e “quisque de populo” e, nemmeno, risultanze di indagini giornalistiche puntigliose e fastidiose. Non si tratta di un cambio di rotta e, paradossalmente, nemmeno di un cambio di genere letterario.
L'autore ha ritenuto opportuno fornire elementi ulteriori e più approfonditi di lettura delle inchieste già pubblicate nel corso di 12 anni di attività giornalistica e, soprattutto, elementi per comprendere come sia potuto accadere che un giornalista d'inchiesta sia stato costretto a seguire (da indagato o parte offesa) più di 480 procedimenti giudiziari ed 80 procedimenti disciplinari a carico di magistrati; tutto in soli dieci anni.
Dei tanti avvocati “Ciocchéggiusto” che si riconosceranno in questi racconti o che verranno riconosciuti dai lettori, ve n'è qualcuno che ha avuto un ruolo determinante nel perseguire la libertà d'informazione e coloro che hanno avuto l'ardire di scrivere delle sue gesta vere, con linguaggio continente e per fatti di pubblico interesse, senza chieder permessi e senza tributar sottomissione servile.
Questi racconti vogliono essere una testimonianza dei meccanismi mentali e pettegoli tipici delle città di provincia e delle personalità malate d'infantilismo che le popolano ma, ancor più, un monito per quel codazzo di professionisti, magistrati e codardi di ogni estrazione che all'avvocato Ciocchéggiusto tengono bordone; alzando la voce quando si sentono protetti dal branco e abbassando lo sguardo quando t'incontrano da soli.
Non è difficile immaginare cosa pensino quando le trame sono sconfitte e la giustizia trionfa. Loro, che hanno rinunciato per principio e difenderla, preferendo offenderla per poterne abusare e gli altri, i peggiori, quelli che sono stati a guardare, quelli che... danno la colpa a Lucia:
È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! ...Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? ...Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità ... E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina ...” (A. Manzoni - Cap. 23 – Promessi Sposi)
di Mattìa Solvéri (alias Nicola Piccenna)


p.s. per prenotare una copia del libro firmata dall'autore, effettuare un bonifico con offerta libera a Nicola Piccenna - c/o Unicredit IBAN: IT 87 E 02008 32974 023271681637 indicando nome e cognome della persona abilitata al ritiro del libro. Sarà possibile ritirare le copie prenotate in occasione delle presentazioni ufficiali della pubblicazione, previste in tutta Italia a partire dal dicembre 2016. Chi volesse ricevere il libro attraverso il servizio postale a domicilio, dovrà aggiungere un contributo di Euro 10,00 (20,00 per estero) per le spese di spedizione ed indicare l'intestatario e l'indirizzo per la consegna.





domenica 17 gennaio 2016

Che tristezza avvocato Buccico, che tristezza!

Che tristezza avvocato Buccico, che tristezza!


"... l'azione penale nei confronti degli odierni appellanti non avrebbe potuto neppure iniziare, comunque, non poteva essere proseguita e tantomeno giungere alla pronunzia di una sentenza di condanna in loro danno, sentenza che va dunque riformata con annullamento consequenziale anche delle relative statuizioni civili"

Le parole del giudice nella sentenza che assolve Nicola Piccenna, Nino ed Emanuele Grilli sono terribili:

"L'azione penale non avrebbe potuto neppure iniziare", però è iniziata ed un PM ha disposto la citazione diretta a giudizio;

“…non poteva essere proseguita”, ma è proseguita nonostante la difesa degli imputati avesse documentato quanto sancisce il giudice in appello;

non poteva “…giungere alla pronunzia di una sentenza di condanna”, invece vi è giunta.

Tutta questa storia, nata da una querela presentata da Emilio Nicola Buccico il 22.12.2008. ben oltre i termini di Legge, rende bene l'idea dell'aria che si respira nella Procura della Repubblica di Matera.

Avv. Emilio Nicola Buccico
Un avvocato, che certamente conosce la Legge, presenta una querela fuori dai termini di Legge.

Una Procura della Repubblica ed un Tribunale, che certamente conoscono la Legge, procedono sottraendo per sette anni (e otto giorni, la sentenza d’appello è del 30/12/2015!) alle strutture giudiziarie, ai cancellieri, magistrati e imputati. Tempo e risorse che non potevano (e quindi non dovevano) essere impegnate per attività giudiziarie inutili.

Emilio Nicola Buccico, avvocato penalista, incassa l'ennesimo giudizio avverso per non aver rispettato la procedura penale.

La Procura di Matera che ha sposato le tesi del noto avvocato, ha visto soccombere (per l'ennesima volta) le accuse formulate contro tre cittadini inermi.

Tre quisque de populo (come li ha definiti il difensore di Buccico, nella roboantecalunniosa e inutile arringa finale) hanno dimostrato per l’ennesima volta che non vince chi grida di più ma chi rispetta la Legge e le sue procedure.

Una lezione che servirà ai tanti “quisque de populo” che ancora nutrono dubbi sulla possibilità di non subire le ingiustizie ed i soprusi dei cosiddetti potenti.

Che tristezza avvocato Buccico, che tristezza la figura in cui ha trascinato quei due o tre magistrati che Le hanno retto bordone.