sabato 18 maggio 2013

Richiesta scritta e risposta orale: Celestina Gravina docet


Il Procuratore, l'informazione e i fatti privati: l'allarme della Procura Nazionale antimafia non merita chiarimenti

Nel dicembre scorso, la Procura Nazionale Antimafia aveva scritto a proposito della Procura della Repubblica di Matera: <<...la Procura della Repubblica di Matera, le cui “difficoltà comunicative” con la DDA di Potenza e la riottosità ad attuare il Protocollo di intesa con questa stipulato, possono ben sintetizzarsi nella opposta valutazione del fenomeno “incendi”... ...La lapidaria relazione dei C.C. di Matera, sostanzialmente conforme a quella degli altri organi di Polizia Giudiziaria; - in assoluta coerenza con l’ostinato e pervicace rifiuto con la locale Procura della Repubblica di affrontare i pur sospetti episodi di estorsione; traffico di stupefacenti; atti di intimidazione; quali “reati spia” di una potenziale presenza di criminalità di tipo mafioso – nega l’esistenza nel territorio di qualsivoglia attività criminosa riconducibile alla criminalità organizzata. Particolare preoccupazione nel Materano, riveste il fenomeno dell’usura, sulla quale sono state condotte importanti indagini>>
Questo giornale, nel riportare il non certo edificante giudizio espresso dalla Procura Nazionale Antimafia sull'operato della Procura della Repubblica di Matera, interpellava il Procuratore Capo, D.ssa Celestina Gravina: “Con la presente, si chiede all'Ill.mo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, di voler concedere una intervista allo scrivente Nicola Piccenna cell. 393.2542005, redattore de "L'Indipendente Lucano", in merito a quanto pubblicato sul citato periodico nelle date 2/2/2013, 16/2/2013 e nel prossimo numero in uscita in data 2/3/2013 (di cui si allegano copie in formato pdf. In anteprima per quanto concerne il numero di prossima pubblicazione). Si vogliono approfondire, in particolare, il giudizio espresso dalla Direzione Nazionale Antimafia circa l'operato della Procura di Matera, le affermazioni del Dr. Gaetano Bonomi contenute negli atti giudiziari del Procedimento Penale "Toghe Lucane Bis" e le valutazioni circa l'accessibilità agli atti dei procedimenti penali definiti e tenuti da Codesta Spettabile Procura della Repubblica. Qualora l'ill.mo Procuratore non ritenesse di concedere l'intervista, saremo comunque ben lieti di pubblicare eventuali precisazioni, rettifiche e/o dichiarazioni inerenti gli argomenti d'interesse di cui innanzi. In attesa di cortese riscontro, voglia gradire i nostri migliori auspici per il prosieguo del delicato mandato intrapreso. Nicola Piccenna redattore de L'Indipendente Lucano”
In risposta all'istanza, la D.ssa Gravina ha vergato a mano una frase con cui comunicava di non voler concedere l'intervista e non voler fornire precisazioni o dichiarazioni in quanto la richiesta era considerata di carattere “privato”. Orbene, corre obbligo precisare alla D.ssa Gravina: 1) che questo giornale ed i suoi giornalisti non hanno mai avuto e non hanno alcun interesse alle sue vicende private e che tali non possono ritenersi quelle che concernono l'operato di Procuratore della Repubblica; 2) che i gravissimi giudizi espressi dalla Procura Nazionale Antimafia rivestono carattere di estremo interesse pubblico poiché crea allarme sociale “l’ostinato e pervicace rifiuto con la locale Procura della Repubblica di affrontare i pur sospetti episodi di estorsione; traffico di stupefacenti; atti di intimidazione; quali “reati spia” di una potenziale presenza di criminalità di tipo mafioso”; 3) che le decisioni assunte circa le istanze sottoposte al Suo vaglio, non possono essere comunicate agli istanti solo ed esclusivamente oralmente. La tradizione orale non rientra nel costume giuridico vigente sul suolo Italiano sin dai tempi dei Romani. Stravagante e priva di qualsiasi logica la disposizione con cui la D.ssa Gravina nega l'accesso e la copia del suo provvedimento di rifiuto disponendo che tale Sua decisione venga comunicata solo attraverso la lettura. Ancor più inspiegabile e sconvolgente che la D.ssa Porzia Ilvento, Dirigente amministrativo, si sia rifiutata di rileggere una seconda volta il dispositivo all'esterrefatto giornalista!
Claudio Galante

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