Il Procuratore, l'informazione e i fatti privati: l'allarme della Procura
Nazionale antimafia non merita chiarimenti
Nel
dicembre scorso, la Procura Nazionale Antimafia aveva scritto a
proposito della Procura della Repubblica di Matera: <<...la
Procura della Repubblica di Matera, le cui “difficoltà
comunicative” con la DDA di Potenza e la riottosità ad attuare il
Protocollo di intesa con questa stipulato, possono ben sintetizzarsi
nella opposta valutazione del fenomeno “incendi”... ...La
lapidaria relazione dei C.C. di Matera, sostanzialmente conforme a
quella degli altri organi di Polizia Giudiziaria; - in assoluta
coerenza con l’ostinato e pervicace rifiuto con la locale Procura
della Repubblica di affrontare i pur sospetti episodi di estorsione;
traffico di stupefacenti; atti di intimidazione; quali “reati spia”
di una potenziale presenza di criminalità di tipo mafioso – nega
l’esistenza nel territorio di qualsivoglia attività criminosa
riconducibile alla criminalità organizzata. Particolare
preoccupazione nel Materano, riveste il fenomeno dell’usura, sulla
quale sono state condotte importanti indagini>>
Questo
giornale, nel riportare il non certo edificante giudizio espresso
dalla Procura Nazionale Antimafia sull'operato della Procura della
Repubblica di Matera, interpellava il Procuratore Capo, D.ssa
Celestina Gravina: “Con
la presente, si chiede all'Ill.mo Procuratore della Repubblica presso
il Tribunale di Matera, di voler concedere una intervista allo
scrivente Nicola Piccenna cell. 393.2542005, redattore de
"L'Indipendente Lucano", in merito a quanto pubblicato sul
citato periodico nelle date 2/2/2013, 16/2/2013 e nel prossimo numero
in uscita in data 2/3/2013 (di cui si allegano copie in formato pdf.
In anteprima per quanto concerne il numero di prossima
pubblicazione). Si vogliono approfondire, in particolare, il giudizio
espresso dalla Direzione Nazionale Antimafia circa l'operato della
Procura di Matera, le affermazioni del Dr. Gaetano Bonomi contenute
negli atti giudiziari del Procedimento Penale "Toghe Lucane Bis"
e le valutazioni circa l'accessibilità agli atti dei procedimenti
penali definiti e tenuti da Codesta Spettabile Procura della
Repubblica. Qualora l'ill.mo Procuratore non ritenesse di concedere
l'intervista, saremo comunque ben lieti di pubblicare eventuali
precisazioni, rettifiche e/o dichiarazioni inerenti gli argomenti
d'interesse di cui innanzi. In attesa di cortese riscontro, voglia
gradire i nostri migliori auspici per il prosieguo del delicato
mandato intrapreso. Nicola Piccenna redattore de L'Indipendente
Lucano”
In
risposta all'istanza, la D.ssa Gravina ha vergato a mano una frase
con cui comunicava di non voler concedere l'intervista e non voler
fornire precisazioni o dichiarazioni in quanto la richiesta era
considerata di carattere “privato”. Orbene, corre obbligo
precisare alla D.ssa Gravina: 1) che questo giornale ed i suoi
giornalisti non hanno mai avuto e non hanno alcun interesse alle sue
vicende private e che tali non possono ritenersi quelle che
concernono l'operato di Procuratore della Repubblica; 2) che i
gravissimi giudizi espressi dalla Procura Nazionale Antimafia
rivestono carattere di estremo interesse pubblico poiché crea
allarme sociale “l’ostinato
e pervicace rifiuto con la locale Procura della Repubblica di
affrontare i pur sospetti episodi di estorsione; traffico di
stupefacenti; atti di intimidazione; quali “reati spia” di una
potenziale presenza di criminalità di tipo mafioso”;
3) che le decisioni assunte circa le istanze sottoposte al Suo
vaglio, non possono essere comunicate agli istanti solo ed
esclusivamente oralmente. La tradizione orale non rientra nel costume
giuridico vigente sul suolo Italiano sin dai tempi dei Romani.
Stravagante e priva di qualsiasi logica la disposizione con cui la
D.ssa Gravina nega l'accesso e la copia del suo provvedimento di
rifiuto disponendo che tale Sua decisione venga comunicata solo
attraverso la lettura. Ancor più inspiegabile e sconvolgente che la
D.ssa Porzia Ilvento, Dirigente amministrativo, si sia rifiutata di
rileggere una seconda volta il dispositivo all'esterrefatto
giornalista!
Claudio Galante
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