venerdì 10 ottobre 2014

La riforma della Giustizia in una mossa: arrestare Luigi De Magistris

Quando pubblicai il post linkato in basso (24/12/2009) molte vicende giudiziarie relative alle cosiddette "Toghe Lucane" e, più in generale, alle inchieste condotte da Luigi De Magistris non erano definite.
 
Alcune non sono tali nemmeno oggi.

Tuttavia, come si potrà verificare facilmente, il problema di credibilità del sistema giudiziario Italiano era già molto ben definito e, con esso, le responsabilità di coloro che in prima battuta ne sono i diretti gestori/responsabili.

Oggi si fa un gran parlare e indignarsi e pontificare sulla condanna (in primo grado) inflitta a Luigi de Magistris e Gioacchino Genchi che, di quelle inchieste si occuparono.

Importanti testate giornalistiche nazionali dedicano pagine e attenzione alle responsabilità (più presunte che reali) più varie che graverebbero sull'operato di Luigi de Magistris.
Fior di magistrati, politici e opinion leader si stracciano le vesti per il Sindaco che, esercitando il diritto di critica, si ribella alla condanna attribuendo qualifiche poco onorevoli ai magistrati che l'hanno pronunciata e (sbagliando) non si allinea al dettato della Legge che lo vuole ineleggibile e incompatibile con la carica amministrativa ricoperta.

Dove erano, questi signori, quando venne costruito un intero villaggio nella foce di un fiume (operazione assolutamente impossibile, secondo le norme in vigore nella teorica Repubblica Italiana - in pratica è una oligarchia dove pochi fanno ciò che vogliono e la Legge è soggetta alle opinioni piuttosto che all'applicazione), finanziato abbondantemente con fondi pubblici dove si possono acquistare (dal proprietario privato) superville da milioni di euro con posto barca e attracco dal giardinetto antistante l'ingresso costruite con decine di milioni di euro di fondi pubblici?

Dov'erano, questi signori, quando i magistrati di Catanzaro che subirono la perquisizione ed il sequestro di quintali di documenti perché indagati in un procedimento penale che oggi è processo, operarono il "controsequestro", cioè abusarono della toga che indossavano per sottrarre ipotetiche prove dei reati a loro carico?
Dove erano, questi signori, quando l'intera Procura di Matera (magistrati indagati nel procedimento Toghe Lucane da Luigi De Magistris) intercettava le telefonate tra Luigi De Magistris ed un capitano dei Carabinieri da questi delegato a svolgere le indagini sui magistrati che intercettavano, autorizzavano e gestivano quelle intercettazioni?

Dove erano, questi signori, quando il PM Vincenzo Capomolla, subentrato a Luigi De Magistris, distrusse (è un reato penale) gli atti dell'indagine "Toghe Lucane" disaggregando i faldoni (consolidati dall'atto di chiusura delle indagini firmato da Luigi De Magistris - ex art. 415 bis C.P.P.) e riaggregandoli a suo piacimento in forma, modi e costituzione diversa e non più confrontabile con gli originali?

Dov'erano, questi signori, quando scomparvero anche le copie dei faldoni originari che erano parte del procedimento penale che vede (oggi) i magistrati Catanzaresi alla sbarra?

Dov'erano, questi signori, quando in decine di procedimenti predisciplinari, la Procura Generale della Cassazione fece finta di non vedere gli abusi e le responsabilità dei magistrati di Basilicata e nulla pose in essere per limitarne gli abusi ed i reati?

Erano esattamente dove sono oggi, negli stessi posti di vertice delle Procure, del Ministero, della Procura Generale della Cassazione, delle testate giornalistiche. Magari con qualche piccolo spostamento sempre nella stessa "area". Sempre con la stessa, se non superiore, funzione.
 
Giornalisti, avvocati, magistrati ed anche il vertice dei vertici. Tutti ancora lì, piantati e inamovibili. 
E:
1) mentre si celebrano i processi ai magistrati che sottrassero illegittimamente (violando la Legge, sostiene la Procura di Salerno) la titolarità di quei procedimenti (Poseidone e Why Not) a Luigi De Magistris per autoaffidarseli e condurli all'annichilimento;

2) mentre si celebrano i processi alle "Toghe Lucane" che dopo l'operazione "Capomolla" comunque sono finiti sotto processo in seguito ad una riapertura dell'inchiesta (che tanto inconsistente non era!);

3) mentre il Presidente Napolitano ottiene che vengano distrutti i nastri delle telefonate ricevute da un indagato (oggi imputato), sottraendo alla storia - prim'ancora che alla giustizia, elementi di conoscenza e certezza circa episodi delicatissimi della vita repubblicana;

4) Mentre il Presidente Napolitano ottiene di rendere testimonianza in un processo restando al Quirinale, privilegio a lui solo riservato (dalle norme Costituzionali) su quasi 60 milioni di Italiani;

5) Mentre agli imputati si nega il diritto alla difesa consistente nell'assistere personalmente a tutte le fasi (compresa la deposizione di Napolitano) del processo a loro carico ("privilegio" esclusivamente loro riservato, su quasi 60 milioni di Italiani, che comporterà la nullità del processo - sempre per le norme Costituzionali);

Mentre accade tutto questo, l'unico responsabile del disastro sarebbe Luigi De Magistris? 
Ebbene, arrestatelo, e L'Italia sarà salva!
p.s. Sconcerta il silenzio degli intellettuali ed in particolare dei cultori del Diritto nelle Università Italiane: cosa insegnate ai futuri avvocati, giuristi e politici dell'Italia di domani?
 
 

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