venerdì 8 gennaio 2010

La Procura di Matera trascura, la Banca d'Italia ignora, l'usura prospera

Il procedimento è del 2005, la Guardia di Finanza completa gli accertamenti nel 2009 (ma aveva già comunicato irregolarità nel marzo del 2008): "il tasso d'interesse superò il tasso soglia e fu applicato senza soluzione di continuità dal 1.1.1999 al 17.7.2003 (oltre quattro anni); la banca percepì indebitamente la somma di Euro 23.389,64". Signori si tratta di usura. Ma alla Procura di Matera non sembra interessare molto, tanto che il procedimento langue nei cassetti di un qualche magistrato dopo essere passato attraverso quelli del Procuratore Capo (Giuseppe Chieco) e del Sostituto Anziano (Annunziata Cazzetta), entrambi indagati dalle Procure di Catanzaro e Salerno per reati gravissimi compresa l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Sempre i finanzieri, richiamando quanto già segnalato nel marzo 2008, fanno notare: "il software gestionale (della banca, ndr) è stato bypassato affinché non segnalasse l'errata attuazione delle condizioni contrattuali". Il resto lo leggerete nel documento originale allegato integralmente. Non si può dire quanti siano interessati all'argomento usura, certo ci si aspetterebbe che la Banca d'Italia dicesse qualcosa e che qualcuno verificasse cosa accade in una Procura che da anni conosce una così grave notizia di reato senza muovere un dito (se non per spostare il fascicolo sempre più in fondo). Non dimentichiamo che un nutrito numero di amministratori e dirigenti della Banca Popolare del Materano (così si chiamava all'epoca l'applicatore del tasso che superava il tasso soglia, oggi è Banca del Mezzogiorno) sono stati prosciolti in udienza preliminare dal Dr. Angelo Onorati, grazie al una magistrale perizia di una trentina di pagine redatta per l'occasione da tal dr. Angelo Menichini. Rispondendo al GUP (Onorati, ndr) Menichini "smontava" una ciclopica perizia commissionata dalla Procura di Matera e costata 115mila euro di oltre seimila pagine. Menichini è consulente dell'ABI (Associazione Banche Italiane) di cui erano soci e amministratori alcuni degli indagati. Poca cosa, di fronte alle responsabilità del PM (Annunziata Cazzetta) che aveva chiesto il rinvio a giudizio e poi si convertì ad una più mite richiesta di proscioglimento. Tutto questo mentre (Cazzetta) riceveva questa informativa e le altre che l'hanno preceduta.








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