domenica 24 gennaio 2010

Slalom giudiziario e incompatibilità ambientale


“Passerà la vita a difendersi”, questo convincimento esprimeva un magistrato, presidente della regione Calabria, uomo dalle idee chiare circa il destino prossimo del Dr. Luigi de Magistris. Più o meno il destino che sembra dipanarsi per un piccolo gruppo di giornalisti di provincia che hanno avuto l'ardire di raccontare fatti veri, d'interesse pubblico, esprimendosi con linguaggio continente e documentandosi attraverso qualche quintale di atti giudiziari non soggetti a segretezza o riserbo. Va da sé che questo “incerto fato” non proviene dai sortilegi degli dei dell'Olimpo ma da creature meno mitiche e molto prosaiche. Non c'è da lamentarsi, tutt'altro, il Codice di Procedura Penale e più in generale l'ordinamento giudiziario italiano consentono agli indagati/imputati di difendersi in giudizio ed è certamente uno dei sistemi giudiziari più garantisti del mondo democratico occidentale. Così, il 9 febbraio 2010, toccherà discutere di una presunta diffamazione compiuta ai danni della signora Pontrelli Rosalba, moglie del Procuratore Capo di Matera, Dr. Giuseppe Chieco.
Lamenta, Pontrelli, di essere stata indicata come partecipe della “trattativa per una casa nel villaggio Marinagri” con l'aggravante dell'attribuzione di fatti determinati Ma è proprio quanto sostiene la Guardia di Finanza di Catanzaro, cioè si tratta dei fatti determinati e provati attraverso la ricostruzione del “contatto registrato tra l'Ufficio Vendite della Marinagri e la signora Pontrelli Rosalba, moglie del Dr. Chieco Giuseppe, avvenuto il 12.12.2005”. Che vi fosse stato un interessamento del Dr. Chieco Giuseppe all'acquisto del villino sul mare lo confermano due sottufifciali della Guardia di Finanza (uno in servizio presso il Tribunale di Matera, l'altro a Policoro). Suvvia, signora Pontrelli, cosa c'è di male nel desiderare una villetta a pochi metri dall'acqua con annesso posto barca? Di cosa si lamenta se un giornale racconta fatti che hanno indotto una Procura della Repubblica a disporre la perquisizione personale e degli uffici del procuratore Dr. Giuseppe Chieco, circostanza mai verificatasi nella storia del Palazzo Giudiziario di Matera? Il merito lo lasciamo alle aule del Tribunale, agli avvocati ed ai magistrati perché è proprio giusto che funzioni così. Possiamo solo confermare che tutto quanto è stato pubblicato corrisponde fedelmente alle risultanze documentali e probatorie di un'inchiesta giudiziaria che vede il Dr. Giuseppe Chieco indagato per una quantità di reati gravissimi fra i quali l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari (il PM procedente ha chiesto l'archiviazione e il GIP dovrà all’uopo pronunciarsi fissando l'udienza per discutere diverse opposizioni delle parti offese). Sul metodo ci permettiamo di sollevare alcuni interrogativi che, per la verità, erano già stati sollevati proprio nell'articolo di cui si duole la signora Rosalba Pontrelli. È proprio opportuno, per non dire rituale, che la querela della moglie del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera venga trattata da un sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera? È proprio normale che un giudice del Tribunale di Matera si accinga a trattare una causa in cui la parte “offesa” ha il marito che sovrintende al PM che sosterrà l'accusa con l'ufficio a venti metri dall'aula dell'udienza? E se il marito della signora Pontrelli Rosalba, già menzionato Procuratore Giuseppe Chieco, ha dichiarato di trovarsi nello stato di grave inimicizia con uno degli indagati/imputati? Il Pubblico Ministero, nei capi d'imputazione, compie una vera e propria gimcana citando solo parzialmente l'occhiello dell’articolo: <>. Ma l'occhiello continua: “Ci chiediamo se è ancora opportuno mantenere la poltrona”. Non è una domanda sorta nella mente del giornalista. Identico quesito se l'era posto proprio Giuseppe Chieco nel 2007 (un anno prima dell'articolo incriminato) risolvendo il busillis a suo sfavore: “Chiederò di essere trasferito prima che lo faccia il CSM per incompatibilità ambientale”. Pare che abbia chiesto di essere trasferito in epoca abbastanza recente, deo gratias.

Del merito, seguiranno dettagli, ovviamente! (tratto dal Blog www.attigiudiziari.blogspot.com)

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